Totti rimpiange di non essere stato allenato da Mourinho

Totti rimpiange di non essere stato allenato da Mourinho

2023-11-02 13:15:41 Ecco quanto riportato poco fa, dalla Spagna, precisamente su Marca:

EL’italiano Francesco Totti, ex giocatore della Roma, ha ammesso di aver rifiutato il Real Madrid per la maglia della Roma, con la quale è diventato una leggenda, e si è rammaricato di non essere stato allenato dal portoghese Jos Mourinho, attuale allenatore dei giallorossi, che ha considera “il numero uno”.

“Ho passato trent’anni alla Roma. Ho rispettato tutti e ho rassegnato le dimissioni da altri lavori. Ho detto no al Real Madrid e ad altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che ho dentro”, l’ex giocatore. ammesso in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

“Non mi è piaciuta come è finita la mia storia con la Roma. Quando non hai più bisogno di te nel calcio si perde il rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio ed io saremo fuori dal calcio vorrà dire qualcosa, no?” aggiunto.

Se Maldini, Del Piero, Baggio ed io saremo fuori dal calcio vorrà dire qualcosa, no?

Francesco Totti

Totti vuole tornare a far parte della Roma

Totti, abituale sugli spalti dell’Olimpico per seguire la sua squadra, Ha confessato che gli piacerebbe far nuovamente parte del club romano e si è pentito di non essere stato allenato da Mourinho, con il quale intrattiene da anni uno scambio di dichiarazioni pubbliche di massimo rispetto e reciproca ammirazione.

“Con un ruolo definito vorrei tornare. E lo vorrei con Mourinho, è il numero uno, lo rispetto molto. Mi dispiace di non essere stato allenato da lui in carriera. “Alla Roma sanno che se avranno bisogno di me per cose serie sarò felice di dargli una mano”.Lui ha spiegato.

Mi manca la routine del calciatore

Il ritiro è stato duro per il mitico ’10’ romano, a cui manca ancora la routine del calciatore: “Mi manca tutto. I concentramenti, lo spogliatoio, la maglia, la sala massaggi… Era la mia vita. Il bar e il caffè con i colleghi, il viaggio in pullman da Trigoria (città dello sport) allo stadio. “Mi manca la routine che ha segnato la mia vita per decenni.”

“Quando tutto finiva, le giornate erano vuote. Dopo mi sentivo sola. Era finita qualcosa che mi piaceva, che era la mia vita. Ma non pensavo che avrebbe fatto così male fermare quella vita programmata, quella passione che nel mio mente potevo continuare a vivere. Non accettavo la separazione dal calcio”, ha rivelato.

I risultati arriveranno per l’Italia

Conosciuto come ‘Er Pupone’, Totti ha concluso la sua carriera da calciatore con un conflitto con il suo allenatore, Luciano Spalletti che ora allena la Nazionale italiana e con il quale ha avuto inizialmente una grande amicizia.

“Se lo vedessi adesso lo saluterei calorosamente. Penso che ci sia un legame profondo tra noi. Andavo a cena con lui una o due volte a settimana. Luciano era una persona piacevole, divertente e sincera. Nella fase finale il nostro il rapporto era condizionato dall’esterno, soprattutto dai dirigenti della società, e non ci capivamo più, ho anche commesso degli errori, ci sarebbe ancora molto da fare, ma penso che entrambi, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto”, ha commentato.

“Adesso l’Italia dimostra che gioca con più libertà, che si diverte. I risultati arriveranno, ma è ancora una fase difficile per il calcio italiano. Spero solo che si possa qualificare all’Europeo e al Mondiale. Otto anni senza partecipare ai Mondiali è stata dura per gli amanti del calcio”, ha osservato.

Zidane, il suo preferito

Totti è stato uno degli ultimi ’10’ puri, una figura che nel mondo del calcio è sempre meno diffusa: “Non esiste più. Quel ruolo si è estinto”, ha detto. “Sono scomparsi perché adesso è un altro calcio. È un’altra visione, un altro modo di giocare. Adesso il fisico prevale sulla tecnica. Quando giocavo c’erano sempre uno o due giocatori in questa posizione”, ha detto, prima di ricordare che il Il francese Zinedine Zidane è il suo preferito.

“Per me, sentimentalmente, è stato Giuseppe Giannini (Roma). Ma tra tutti direi Zidane. Era completo, aveva tutto. Ognuno è stato diverso. Guardami Amya Del Piero. Uguale e contrario. Lui “L’ho definito in prima persona, senza pensare, d’istinto. Ognuno aveva il proprio talento che lo rendeva, anche nella memoria dei tifosi, unico. Unico perché irripetibile”, riflette. EFE


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