Sevilla FC: tutto ciò che Jesús Navas non rappresenta
2024-05-16 11:24:36 Non si sprecano commenti e polemiche in questi minuti sui social a proposito dell’ultima news riguardante La Liga:
Arrogante, pigro, egocentrico, volgare, individualista, irrispettoso, sconsiderato e indegno. Tutti questi atteggiamenti o valori negativi lo sono quelli che non ha mai rappresentato, né rappresenterà finché avrà la forza di giocare, Jesús Navas Gonzálezl’esponente massimo di ciò che Società calcistica del Siviglia. Era tra tristezza e rabbia vederlo correre instancabilmente con la sua banda, coprendo tutti quei buchi che i suoi compagni di squadra Hanno insistito per aprire in modo che il Cadice potesse ottenere i tre puntimentre 35.000 sivillisti hanno assistito stupiti pantomima per la quale non erano preparati e questo ha finito per dare il tocco finale a una stagione così terribile non poteva che avere un punto pieno di imbarazzo. Non so quale mente illustre dello spogliatoio o del club abbia giustamente visto nel mettere il tappeto giallo sul vicino di regione, frodando la concorrenza e facendo arrossire anche il giocatore meno critico del Siviglia (i pochi che ci sono), senza fermarsi a pensare quello ogni volta Un calciatore entra in campo con lo scudetto del Siviglia sul petto, difende un modo di essere e di comportarsi. Lui Non mollare mai o quello già sbiadito A morte Non sono uno slogan per passare il tempo o che qualche cosiddetto genio del marketing ha inventato per ottenere una medaglia, bensì un identità costruita nel corso dei decenni, di squadre peggiori ma orgogliose di ciò che rappresentavano e, soprattutto, di chi rappresentavano. Potresti fare una brutta partita. Puoi essere sconfitto dai tuoi stessi errori. Puoi essere superato da un rivale che sta rischiando la vita e te da un obiettivo minore. Ciò che è inammissibile è che abbassi le braccia e lasci che ti passino addosso a causa di un amico incompreso.. Se a questo si aggiungono i dichiarazioni di Sergio Ramos nel dopo partita, con un sorriso sornione sulle labbrachiarisce che uno dei capitani di questo Siviglia non ha capito niente. Oppure ha dimenticato dopo tanti anni lontano cosa significhi difendere quella maglia. Un bel contrasto con le lacrime di Jesús Navas che forse saluta il Siviglia. Che ogni sconfitta, per quanto poco significativa abbia, si conficca come un pugnale nel cuore. E, naturalmente, se la sua fine è arrivata, non merita che sia questa. Tutti tranne questo, accidenti.
La data designata delle 500 partite nella Prima Divisione di Jesús Navas non sarà ricordata nemmeno per le sue lacrime sincere quando fu sostituito. No. La vittoria di Cadice, che servirà a malapena a mantenere la categoria, ha gettato il fango della vergogna su un’entità che è stata camminando dando le spalle al suo popolo. Non si sta segnalando nessuno in particolare, ma tutti. E se proprio la società non voleva dare quell’immagine, la prima cosa che avrebbe dovuto fare era scendere negli spogliatoi e non lasciare che nessuno uscisse davanti ai media senza avere in bocca delle scuse chiare, sincere e imbarazzate. . Per questo servono comando, leadership e una lunga lista di virtù che non abbondano a Sánchez-Pizjuán. E se in cima Coloro che li rappresentano cominciano a sentire che le loro forze vengono meno per continuare a far uscire il loro Siviglia dalla mediocrità, le prospettive future diventano ancora un po’ più oscure.. Perché se il capitano del Siviglia si toccasse, niente meno un allenatore che ha assistito incredulo al colpo ricevuto contro la sua credibilità in panchina. Sono troppi i fantasmi che tormentano Quique Sánchez Flores, a cui aggiungere adesso quelli di una squadra che non sa dove andare e che ha tirato fuori il massimo finché poteva, con punti preziosi in palio. Hanno deciso di tuffarsi nel vicolo e di indossare in anticipo le famose infradito, rivelando ciò che hanno rilevato fin dal primo giorno. Più che di una pulizia, quello spogliatoio ha bisogno di una epurazione. Lasciando solo lo scheletro di chi potrà rappresentare il Siviglia in futuro. Vedremo se il Kike, Isaac, Juanlu e compagnia Hanno imparato dal capitano, da Jesús Navas. Quella e nessun’altra sia la strada che sceglieranno per difendere colori ogni giorno meno intensi, più infangati dalla deriva di un entità senza capitano, rotta o destino.
Tanto che nessuno ha dovuto convincere Jesús Navas a restare o ad andarsene, perché luiNessuno si è seduto con lui per valutare un contratto in scadenza tra un mese e mezzo. A Navas. A Don Jesús Navas! Come se il suo cuore sivigliano dovesse firmare un contratto in bianco il giorno in cui qualcuno riterrà opportuno proporglielo. E non dubito che lo farebbe anche se ritenesse necessaria la sua collaborazione per far uscire il Siviglia da ogni problema. Ma gli anni, gli infortuni e le brutte notti di sconfitta pesano troppo su uno spirito tormentato nelle ultime stagioni.. Anche le sue lacrime a Budapest sono state di sollievo. Non basta più guadagnare di più, come direbbe il buon Gesù, ma Deve essere terribile sentirsi soli nello sforzo di tenere integra una casa che sta crollando senza che nessuno ripari.. Gesù ha vissuto fin dall’inizio la costruzione della grande Siviglia. Ha preso parte a due dei tre progetti vincitori. Se n’è andato quando non c’erano nemmeno abbastanza per pagare la busta paga e può salutarsi in una situazione simile, anche se ora non lascia soldi in cassa e lascia un infiniti ricordi indelebili. Non voglio immaginare una Siviglia senza Gesù. Senza la sua vitalità; la sua ambizione; le loro corse sulla fascia destra; il suo braccialetto; il suo goal assist; la sua semplice vicinanza e la sua timidezza; il suo gesto di rabbia sugli spalti ad ogni vittoria; le sue lacrime quando ha toccato l’argento; o lo stesso quando il percorso si avvicina alla fine. Rappresenta la purezza del calcio e il gene del sivillista nato. E ha potuto salutare il suo popolo con un imbarazzo storico. Con le risate complici di chi ha ritenuto che fosse giunto il momento di insultare un tifoso che ha sopportato più del dovuto. Jesús Navas è il Siviglia. Il resto non lo rappresenta.
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