CM.com – Il preparatore dei giocatori Frustaci: “Aumento la forza e riduco gli infortuni. Più ko nelle big, ecco perché”|Primapagina

CM.com – Il preparatore dei giocatori Frustaci: “Aumento la forza e riduco gli infortuni. Più ko nelle big, ecco perché”|Primapagina

2024-07-13 11:00:00 Continuano i commenti sui social network a seguito dell’ultima notizia riportata da CM.com:

Se entri nella palestra Stronger Club di Alex Frustaci a Rozzano – alle porte di Milano – alzi lo sguardo e rimani incantato per ore a guardare le maglie dei calciatori attaccate al muro. Ogni giocatore che viene gliene lascia una. Con Alex però si lavora a testa bassa, muti e pedalare: “Io aumento la forza e riduco la possibilità di infortuni – ci racconta nella nostra intervista – sono un preparatore in contatto con i club. In Italia sono stato uno dei primi Strength e Conditioning Coach, i giocatori vengono da me e faccio sì che possano tornare nelle loro squadre nella condizioni migliore possibile”.
Di cosa ti occupi nello specifico?
“Preparo i calciatori nei due periodi di stop durante l’anno: prima dell’estate, in cui affrontiamo una fase un po’ più lunga, e 3/4 giorni durante l’inverno. Lavoriamo su forza, velocità, reattività e altri parametri da tenere allenati”.

Quanto influisce una buona preparazione pre campionato sul resto della stagione?
“Per me moltissimo, ti fa capire in che condizioni arriva al campionato. E’ il periodo durante il quale si vede la differenza tra l’atleta professionista e il giocatore che si limita a fare il suo lavoro: chi vuole presentarsi bene ha voglia di migliorare”.
Il cambio d’allenatore – e di conseguenza di prepartori – durante l’anno influisce sulla condizione di un giocatore?
“Non particolarmente. Non c’è il preparatore che rivoluziona o stravolge il lavoro, bene o male seguono tutti la stessa linea di carico. Può cambiare qualche piccola cosa in un determinato periodo, ma nel corso della stagione da questo punto di vista si fa un lavoro di continuità”.

E’ vero che se in una squadra ci sono molti infortuni la colpa è del preparatore?
“No, perché se consideriamo gli ultimi cinque anni tutte le squadre hanno avuto più o meno gli stessi infortuni. Esiste un parametro chiamato ‘tasso d’infortuni’: facendo una media tra Serie A, B e C, le squadre sanno che ogni giocatore della rosa può rimanere fuori per circa 14 giorni all’anno per infortunio”.

Frustaci insieme a Okoli, appena passato dall’Atalanta al Leicester



Come spieghi i tanti infortuni del Milan l’anno scorso?
“Può capitare che le squadre di vertice abbiano più infortuni, intorno al 15% in più, perché in partita tendono a pressare e attaccare. Quindi a spingere un po’ di più anche in allenamento”.

È vero che il numero degli infortuni negli anni è aumentato perché si gioca troppo? 
“Sì, chiaramente se si gioca di più c’è più rischio d’infortunio. Con due partite a settimana si ha un’implicazione maggiore a livello muscolare”.
Sei d’accordo con chi pensa che si dovrebbero fare meno partite per preservare i calciatori?
“Si potrebbero trovare dei piccoli compromessi per far sì che lo spettacolo sia sempre al massimo. Se una squadra gioca tante gare ha più possibilità di perdere giocatori, così aumenteranno anche le volte in cui gli idoli dei tifosi rimarranno fuori. Ridurre leggermente il numero di partite può essere la strada giusta per potere offrire performance al 100%”.

Cristiano Ronaldo e Haaland sono ‘fenomeni’ da studiare dal punto di vista fisico?  “Non ci sono grandi segreti per diventare come loro, semplicemente si allenano. Prima per studio e poi per lavoro ho girato il mondo, e mi sono reso conto che in Italia non c’è un allenamento da fare 2/3 volte a settimana per aumentare la forza. Se venisse introdotto, permetterebbe all’atleta di ridurre gli infortuni e migliorare la performance. Bisognerebbe alzare il numero delle sessioni d’allenamento, inserendo il lavoro sulla forza all’interno del programma settimanale”.

Hai mai pensato di lavorare in qualche club?
“Ci ho provato lavorando come preparatore atletico. Ma io sono specializzato in Strength Condition, anche se mi sto rendendo conto che questa figura in Italia sta arrivando”.
Il preparatore dei giocatori Frustaci:

Frustaci insieme all’ex Sassuolo Marlon oggi all’Al-Ain, negli Emirati Arabi



All’estero già esiste?
“Sì, mi hanno cercato anche club spagnoli e inglesi. Però ho tante cose in Italia, non prendo in considerazione offerte di lavoro all’estero”.

E’ concesso qualche sgarro ai calciatori?
“Certo, ci mancherebbe. Nel giorno off il giocatore può fare quello che vuole. La birra o il bicchiere di vino una volta a settimana non cambiano nulla, l’importante è che non siano una costante nella vita dell’atleta”.

Chi è il giocatore che ti ha più impressionato dal punto di vista fisico tra quelli con cui hai lavorato? “Ce ne sono tanti, ma se devo fare un solo nome, per quanto riguarda le prestazioni atletiche, dico Jacopo Manconi, appena preso dal Benevento e l’anno scorso al Modena. A livello di capacità fisiche Carnesecchi è uno dei migliori portieri e cito anche Okoli, Colpani ha qualità molto alte e la crescita di Turati mi ha impressionato: arrivato con una base di forza zero, lavorando con costanza è arrivato a sollevare carichi importanti. Poi c’è Duncan, che ha una corsa fuori dal comune e me l’ha dimostrato anche in Ghana con un tasso d’umidità altissimo”.
Il tipo di lavoro cambia in base al ruolo?
“Sì, perché una determinata posizione in campo ha bisogno di sviluppare delle skill specifiche. Con i portieri, per esempio, si lavora su reattività ed esplositività; gli esterni si concentrano sui cambi di direzione e così via”.

Ti è capitato che siano venuti da te calciatori completamente fuori forma?
“Non solo, ho lavorato con giocatori in difficoltà mentalmente perché non c’erano squadre che li volevano. Durante le pause del campionato capita spesso che ne vengano da me almeno un paio in questa situazione. Io, avendo fatto anche un corso da mental coach, cerco di capire quali sono le loro esigenze e di lavorare su quelle”.
@francGuerrieri 



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