Calciomercato.com – Furlani: “Il Milan non è costretto a vendere, per Maignan e Theo Hernandez non c’è da preoccuparsi”|Primapagina
2024-07-26 18:09:00 Tiene banco in queste ore quanto riporta CM.com:
Da poche ore il Milan è negli Stati Uniti, con la squadra allenata da Paulo Fonseca attesa da un trittico di amichevoli contro Manchester City (sabato 27 a mezzanotte), giovedì 1° agosto alle 2.3 contro il Real Madrid e mercoledì 7 agosto, all’1.30, contro il Barcellona. Presenti anche gli stati maggiori del club, tra cui il CEO Giorgio Furlani, che ha concesso un’intervista a Bloomberg TV per illustrare i progetti sportivi e di sviluppo del brand nel mercato statunitense e non soltanto.
“La nostra ambizione è di lottare per il titolo in Italia ogni anno ed essere competitivi in Champions League, mantenendo al contempo il nostro business sostenibile. Due anni fa è stato il primo anno in cui il Milan è stato in attivo in 17 anni, e lo scorso è stato il secondo anno consecutivo. Questo significa che non siamo costretti a vendere giocatori per mancanza di capitale o problemi di liquidità”, ha dichiarato Furlani.
Il dirigente rossonero si è poi espresso sulle situazioni relative ai rinnovi di Mike Maignan e Theo Hernandez, in scadenza nel 2026 e in trattativa da diverse settimane per il prolungamento del contratto: “Da tifoso ti posso dire (rivolgendosi all’intervistatore, ndr) che su Maignan e Theo non devi preoccuparti“.
Giorgio Furlani si è poi soffermato su argomenti prettamente economici e relativi alla pianificazione della proprietà del Milan: “Siamo di proprietà di una società americana, Redbird Capital Partners, un importante investitore in sport, media e intrattenimento. Lavoriamo a stretto contatto con loro. Siamo diventati anche più americani in campo, abbiamo due giocatori americani. Ma le nostre decisioni sono interamente sportive: non basate sul passaporto, ma sulla qualità del calciatore. Ne è l’esempio Christian Pulisic, che ha anche un certo appeal commerciale negli Stati Uniti”.
Infine il CEO del Milan ha svelato le strategie di espansione del marchio al di fuori dei confini italiani: “Dal punto di vista commerciale, abbiamo aperto un ufficio a Dubai e siamo il primo club di calcio europeo a farlo. Abbiamo una relazione di oltre 15 anni con Emirates e altri partner commerciali nella regione, come il Kerzner Group. Il nostro approccio alla regione si sviluppa attraverso partnership commerciali, non iniezioni di capitale”.
“La nostra ambizione è di lottare per il titolo in Italia ogni anno ed essere competitivi in Champions League, mantenendo al contempo il nostro business sostenibile. Due anni fa è stato il primo anno in cui il Milan è stato in attivo in 17 anni, e lo scorso è stato il secondo anno consecutivo. Questo significa che non siamo costretti a vendere giocatori per mancanza di capitale o problemi di liquidità”, ha dichiarato Furlani.
Il dirigente rossonero si è poi espresso sulle situazioni relative ai rinnovi di Mike Maignan e Theo Hernandez, in scadenza nel 2026 e in trattativa da diverse settimane per il prolungamento del contratto: “Da tifoso ti posso dire (rivolgendosi all’intervistatore, ndr) che su Maignan e Theo non devi preoccuparti“.
Giorgio Furlani si è poi soffermato su argomenti prettamente economici e relativi alla pianificazione della proprietà del Milan: “Siamo di proprietà di una società americana, Redbird Capital Partners, un importante investitore in sport, media e intrattenimento. Lavoriamo a stretto contatto con loro. Siamo diventati anche più americani in campo, abbiamo due giocatori americani. Ma le nostre decisioni sono interamente sportive: non basate sul passaporto, ma sulla qualità del calciatore. Ne è l’esempio Christian Pulisic, che ha anche un certo appeal commerciale negli Stati Uniti”.
Infine il CEO del Milan ha svelato le strategie di espansione del marchio al di fuori dei confini italiani: “Dal punto di vista commerciale, abbiamo aperto un ufficio a Dubai e siamo il primo club di calcio europeo a farlo. Abbiamo una relazione di oltre 15 anni con Emirates e altri partner commerciali nella regione, come il Kerzner Group. Il nostro approccio alla regione si sviluppa attraverso partnership commerciali, non iniezioni di capitale”.