Calciomercato.com – Serie A, un campionato così non si vedeva da 41 anni: come finì allora, chi vinse e cosa può dirci di questo|Primapagina
2024-12-01 12:30:00 Avrebbe del clamoroso, e quindi prendiamo con le pinze l’ultima notizia di Calciomercato.com:
Simone Gervasio
Sei squadre in quattro punti nella classifica di Serie A alla tredicesima giornata, ossia quando ormai un terzo del campionato è già stato messo agli archivi. Un sogno per gli appassionati neutrali del nostro calcio (ammesso ce ne siano), un batticuore per i tifosi delle squadre coinvolte in questa tonnara fatta da saliscendi praticamente a ogni turno. In pochi giorni, qualsiasi team del gruppo, anche il primo, potrebbe ritrovarsi in un battibaleno al sesto, mediocre, posto. Un unicum per la Serie A, soprattutto da quando ogni vittoria viene premiata con tre punti e non con due come accadeva in passato. L’equilibrio regna sovrano nella nostra lega, ben più avvincente di tutte le altre d’Europa che, a questo punto, vedono le distanze già ben più nitide.
EQUILIBRIO – Difficile ritrovare un caso del genere nell’ormai centenaria storia della Serie A. L’ultima volta che, in un punto così avanzato del torneo, si erano ritrovate così tante squadre in così pochi punti correva l’anno 1983. Dopo 12 giornate dell’attuale campionato, quando tra la prima e la sesta i punti erano addirittura 2, era stato infatti battuto il record detenuto da quello 1983-84, di ben 41 anni fa. All’epoca, i punti per vittoria, come detto, erano ancora 2 e, dopo 12 partite, tra la prima e la settima, di lunghezze ce n’erano tre. Questa stagione insomma sta esaltando tutti per bellezza del gioco delle prime, competitività massima e un sorprendente equilibrio nei piani alti della classifica. Difficile dire se la stagione possa continuare così, certo è che, per ora, sta riscrivendo il libro dei record. Se dall’Inter, campione d’Italia in carica e terza a 28 punti, ci si poteva attendere una riconferma, lo stesso si può dire di Napoli e Juventus. Seppur reduci da un’annata horror, gli azzurri si sono affidati all’usato sicuro di Antonio Conte e Romelu Lukaku e, in men che non si dica, si sono ripresi la vetta. Anche i bianconeri hanno cambiato, scegliendo Motta e cucendogli addosso un mercato ad hoc: la Juve è sì sesta ma con la vetta a portata di 4 punti. A far saltare il banco sono state tre imbucate. L’Atalanta è ormai un habitué di quest’aria rarefatta e, reduce dalla vittoria dell’Europa League, ha saputo fare il solito mercato intelligente, vendendo al momento giusto e rimpiazzando i partenti. Così facendo si è piazzata in un momentaneo secondo posto a 28 punti. Ben più inattese sono invece le prestazioni di Fiorentina e Lazio, appaiate a 28 punti, al quarto e quinto posto. Hanno cambiato entrambe, con Palladino e Baroni, e sono partite a razzo. Riusciranno a reggere? In attesa di capirlo, intanto, ci sono anche Milan e Bologna che a piccoli passi si riaffacciano ai piani alti e aspettano errori per rientrare, distanti come sono di 3 e 4 punti.
LA STAGIONE SIMILE – Ma, tornando a quel fatidico 1983/84, come finì quella stagione? Chi vinse e quando creò lo strappo decisivo? Vediamo com’è andata, nel tentativo magari di scoprire qualcosa in più anche di quel rompicapo che si chiama Serie A 2024/25. Alla dodicesima, come detto, la Juventus era la capolista e il Milan era settimo a tre punti di differenza. Una giornata dopo, alla tredicesima, la stessa che si è disputata nello scorso weekend, in vetta c’era ancora la Juventus a 18, con alle calcagna Roma, Sampdoria e Torino, tutte a 17. Un punto in meno per Verona e Fiorentina, mentre a 15, a -3 dalla prima della classe, reggevano Milan, Inter e Udinese. Ma, prima di capire come andò a finire, riavvolgiamo il nastro e ricordiamo i momenti storici e i protagonisti di queste squadre in lotta tra loro.
L’ANDATA – Nel 1983, la Roma di Liedholm è campione uscente e, senza Vierchowod, passato alla Sampdoria, porta in casa Cerezo e Graziani. La squadra ha grosse aspettative su di sé e vuole bissare il secondo Scudetto. La Juventus di Trapattoni saluta colonne come Zoff e Bettega e scommette su Tacconi in porta, su Vignola, nuova riserva di Platini, e su Penzo in attacco. L’Inter di Radice promuove Zenga tra i pali e l’attaccante Serena, tornato dal prestito al Milan. I rossoneri sono reduci dalla promozione dalla B: Castagner – che verrà esonerato prima della fine del campionato poiché aveva già trovato un accordo con l’Inter per la stagione successiva – riporta alla base Filippo Galli e punta sull’inglese Blissett che si rivelerà un flop da 5 gol in 30 presenze. Il Verona di Bagnoli riparte dal quarto posto della stagione precedente e prende Iorio e Galderisi per disputare la Coppa Uefa, dalla quale esce al secondo turno. Cambia molto la Fiorentina di De Sisti che prende Oriali e Pulici e riporta a casa Monelli ma il colpo dell’estate lo fa l’Udinese che si regala e regala all’Italia Zico. Squadre solide ai nastri di partenza sono anche il Torino di Bersellini e la Sampdoria di Ulivieri. Sono i friulani a partire col botto, con un 5-0 esterno. L’Udinese resta tra le prime posizioni fino agli ultimi due mesi di campionato quando dal terzo, in poche settimane, scende al nono posto finale. Il brasiliano chiude la stagione con 24 gol di cui 5 in Coppa Italia. Fin dai primi fine settimana, si capisce che il duello più interessante al vertice è quello tra Juventus e Roma con un sorprendente Verona che pare intenzionato a inserirsi. Alla quinta giornata, la Juve è in testa con 9 punti, la Roma, che pure era partita meglio, si fa superare e si ferma a 8. Attardate soprattutto Milan e Inter a 4 e 3. Partono male e, a differenza delle milanesi, non si rialzano Napoli e Lazio che chiuderanno il campionato undicesimo e tredicesima, salvandosi all’ultimo. Il primo scontro diretto tra le due contendenti si gioca in Piemonte, finisce pari e tiene i bianconeri avanti con un margine di un punto. Si inseriscono però i veneti che, alla decima giornata, sono appaiati alla Juve a quota 14. La Roma c’è, come anche Torino a -1, Fiorentina e Sampdoria a -2.
IL RITORNO – Al giro di boa è sempre la Juve in testa, a +2 sul Torino. I granata di capitan Zaccarelli disputano un gran girone d’andata all’inseguimento dei cugini, non lo replicano però in quello di ritorno, finendo quinti dopo un vistoso calo tra gennaio e febbraio. Perde contatto anche la Samp di Mancini che chiude settima, come un anno prima. Lo Scudetto arriverà tra qualche anno, nel 1990/1991. Vivacchia anche il Milan che fa una discreta stagione dopo il ritorno in A, finendo ottavo. Buona invece quella del Verona che, nonostante velleità da Scudetto, nella prima parte, si accontenta alla fine di un sesto posto e di una finale di Coppa Italia. Il miracolo di Bagnoli arriverà nella stagione successiva. Una delle peggiori in partenza, l’Inter, grazie a quella che sarà la miglior difesa del torneo, si rialza pian piano e chiude quarta. Si tratta dell’anno in cui avviene il passaggio di proprietà da Fraizzoli a Pellegrini. Davanti ai nerazzurri una sorprendente Fiorentina, guidata in campo dal talento di Bertoni e non frenata neanche dalla frattura di tibia e perone al capitano Antognoni. Inter e Fiorentina staccano dunque il pass per la Coppa Uefa. Lo Scudetto però è affare per due: Juventus e Roma. Nei giallorossi Ancelotti si infortuna e salta l’intera stagione. Avvantaggiati, i bianconeri cadono sul campo del Verona a marzo, riescono però a reggere nello scontro diretto e a portare a casa un pareggio. La vittoria matematica dello Scudetto arriva il 6 maggio 1984 con un pareggio con l’Avellino al penultimo turno: si tratta del ventunesimo tricolore bianconero. Non paga, la Juve vince anche la Coppa delle Coppe in finale sul Porto per 2-1. È una delle versioni più forti del club. Davanti a Tacconi, giocano Gentile, Scirea e Brio. Sulle fasce Penzo e Cabrini, in mezzo al campo Bonini e Tardelli. In avanti Paolo Rossi, imbeccato da Boniek e Platini. Il francese è capocannoniere per il secondo anno consecutivo, con 20 reti, una in più di Zico, vincerà anche gli Europei d’estate. Per i giallorossi, nonostante la vittoria della Coppa Italia e la qualificazione alla Coppa delle Coppe, arriva un altro shock dopo il secondo posto. La squadra di Liedholm infatti perde la finale di Champions League in casa con il Liverpool. A fine anno se ne andranno l’allenatore e il capitano Di Bartolomei. Quello che fino ad almeno la sua metà era stato etichettato come il campionato più equilibrato di sempre si conclude dunque con la vittoria della Juve che chiude a 43, due punti in più della Roma, 7 sulla Fiorentina e 8 sull’Inter. Nonostante le tante squadre in lotta, a trionfare fu quella che era partita meglio e che mai si era scrollata dalle prime due posizioni. Per vincere campionati così, più che far propri gli scontri diretti, serve insomma continuità ed evitare alti e bassi che possono risucchiarti in zone poco nobili della classifica, serve non “buttare” punti con squadre di livello inferiore. Chissà che Antonio Conte che, nel 1983/1984 era alle prime armi nelle giovanili del Lecce ed è ora primo col Napoli, non prenda ad esempio proprio questo campionato del passato.