Trent’anni al Chievo cinque dei quali da giocatore, otto all’Atalanta e ora il progetto Bologna tra le mani. Giovanni Sartori racconta le tre vite in una lunga intervista al Corriere dello Sport. “Con Gasperini non c’era grande compatibilità – ammette subito – ma questo è un dettaglio che oggi diventa trascurabile dopo tutto il lavoro fatto all’Atalanta”.
CHIEVO – “Un giorno il presidente Luigi Campedelli mi disse di smettere di giocare. Io avevo 30 anni, mi disse di fare l’allenatore e io pensai: o mi considera una pippa, o vede in me qualcosa che neanche io riesco a individuare. Lo ascolto, e saliamo di categoria. Il presidente insiste e mi suggerisce di fare il corso per diventare direttore sportivo. Inizio a lavorare come ds nel settembre del 1992, pochi giorni dopo muore Luigi Campedelli. Gli subentra Luca, allora 24enne; giovanissimo lui, giovane io e giovane Malesani in panchina”.
ATALANTA – “Per rimanere al Chievo avevo rinunciato anche a proposte importanti e a ingaggi quattro volte superiori a quello che prendevo, ma per anni ho scelto col cuore. Poi sono successe alcune cose che mi hanno convinto ad accettare l’Atalanta; ma non lo considero un tradimento, ormai al Chievo facevo parte dell’arredamento”.
MIHAJLOVIC – “L’ho vissuto poco: a fine maggio ho firmato col Bologna, Sinisa l’ho incontrato a inizio giugno e poi si è dovuto operare di nuovo rimanendo per 40 giorni in ospedale. Ci sentivamo solo ogni tanto per teleono, a Casteldebole erano fiduciosi di un suo ritorno come prima dell’operazione; poi, il 12 settembre, il club ha fatto una scelta”.
THIAGO MOTTA – “A fine mese faccio 66 anni, ma sono ancora curioso come un bambino. Thiago è un allenatore che mi incuriosiva molto, l’avevo seguito quando era allo Spezia perché avevamo tre giocatori dell’Atalanta e inoltre trovavo interessanti Nzola e Kiwior. Mi piaceva il calcio che proponeva, così ho mandato uno dei miei collaboratori a seguirlo per una settimana.
MERCATO – “Se consideriamo che nei ventuno anni da dirigente del Chievo prendevo 10 giocatori in ogni sessione, più o meno avrò comprato 800 calciatori, forse qualcuno in più. Prima c’era un’osservazione diretta e personale, era più difficile sbagliare; oggi si possono monitorare 200 giocatori tutti insieme, ma non si riesce a studiarli con la stessa precisione e attenzione di una volta”.
RIMPIANTO DROGBA – “L’avevamo già preso all’Atalanta, saltò per un’inezia. Non chiedetemi quando lo avremmo pagato, non me lo ricordo”.
GLI ALTRI RIMPIANTI – “Alcuni giocatori che avevo seguito erano imprendibili, quello che avevamo chiuso con accordo sia col club che con il giocatore è Balerdi del Marsiglia. Ma all’ultimo si era infortunato un loro difensore e l’OM ha bloccato il trasferimento. Ma siamo soddisfatti della squadra che abbiamo, Motta ha creato un gruppo solido”.
HOJLUND – “E’ un giocatore impressionante, un attaccante fantastico. L’estate scorsa impazzivano tutti per lui”.