Il nuovo formato della Champions League non ha riscosso un successo universale. In effetti, almeno tra i tifosi, il consenso schiacciante sembra essere che si tratti di un’idea terribile, una mossa motivata finanziariamente dalla UEFA; una porta secondaria per una Superlega europea, persino.
Da questa stagione non c’è più la fase a gironi della Champions League. Invece, la UEFA ha adottato il “modello svizzero”, una prima fase apparentemente complicata della competizione in cui tutte le 36 squadre (sì, quattro in più di prima) formano una classifica di campionato.
Ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi, di sicuro: è il più grande sconvolgimento della massima competizione europea per club da quando è stata eliminata la vecchia seconda fase a gironi nel 2003, e non tutti i cambiamenti sono positivi. Questo, però, lo è…
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Maggiore pericolo
Con il vecchio formato del primo turno di otto gironi da quattro squadre, le partite in bianco erano in qualche modo inevitabili. Nella sesta e ultima giornata della fase a gironi 2023/24, ad esempio, sei degli otto gironi hanno visto almeno una partita tra due squadre il cui destino (che si trattasse dell’avanzamento agli ottavi, di una retrocessione ai play-off dell’Europa League o dell’eliminazione diretta) era già deciso, mentre una serie di altre partite vedeva una squadra con praticamente nulla per cui giocare.
Con l’introduzione del nuovo formato, ciò non dovrebbe accadere, almeno non a questo livello. Non ci sono più seconde possibilità in Champions League: una volta che sei fuori dalla competizione, è fatta, nessuna tregua in Europa League.
Certo, “premiare” i terzi classificati del girone con un posto nella competizione di secondo livello della UEFA (o, negli ultimi anni, un posto nei play-off per gli ottavi di finale di quella competizione) ha mantenuto le cose interessanti più a lungo, proprio come fanno i play-off nell’EFL, ad esempio, ma si potrebbe sostenere che dare alle squadre una tale rete di sicurezza in un formato breve (sei partite) ha diluito il rischio che porta così tanta eccitazione e tensione al calcio dei tornei. Il nuovo formato, in base al quale le prime otto squadre avanzano automaticamente agli ottavi di finale, le successive 16 vanno a un turno di play-off e solo le restanti otto escono, dovrebbe aumentare quel rischio di fondamentale importanza.
Un altro vantaggio del formato riorganizzato della Champions League è che a ogni squadra, anche a quelle più in alto nella classifica, sono garantiti almeno due “test” nella prima fase della competizione. Ogni squadra è stata sorteggiata contro due avversari da ciascuna delle quattro fasce, con la fascia 1 contenente i detentori Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco, PSG, Liverpool, Inter, Borussia Dortmund, RB Lipsia e Barcellona.
Il sorteggio di giovedì (che è stato condotto da un computer anziché da persone (dopo che la UEFA ha scoperto che ci sarebbero volute fino a quattro ore per farlo alla vecchia maniera) ha prodotto alcune partite strepitose per tutte le squadre coinvolte. Le otto partite della fase di campionato del Real includono scontri con il Dortmund, che hanno battuto nella finale della scorsa stagione, Liverpool, Milan e i vincitori dell’Europa League 2023/24 Atalanta; il City affronterà Inter, PSG e Juventus; e il Brest affronterà Real, Barcellona e Bayer Leverkusen al loro debutto europeo.
Invece di giocare contro tre avversari due volte ciascuno (una volta in casa e una volta in trasferta), ogni squadra della Champions League ora disputa otto partite del primo turno (quattro in casa, quattro in trasferta) contro otto squadre diverse, dando alla competizione iniziale una sorta di Coppa del Mondo allargata (o, forse più appropriatamente data la regione, Euro). La varietà è il sale della vita e tutto il resto.
Per il bene superiore
Il nuovo formato della Champions League non ha un impatto solo sulla UCL in sé; ha anche un effetto sull’Europa League e sulla Conference League. E sembra un effetto positivo.
Poiché le squadre che non raggiungono la fase a eliminazione diretta della Champions League non passano più all’Europa League, la vincitrice di quest’ultima dovrà essere stata nella competizione fin dall’inizio. È sempre sembrato un po’ ingiusto che una squadra apparentemente più forte potesse entrare in Europa League in ritardo e poi sollevare il trofeo, come è successo in nove occasioni, più di recente con il Siviglia nel 2023, ma questa non è più una possibilità.
Esattamente lo stesso cambiamento si applica anche alla Conference League dal 2024/25. Le tre principali competizioni per club europee sono completamente distinte per la prima volta dalla fine degli anni ’90 (quando c’era la Coppa delle Coppe anziché la Conference League, quest’ultima essendo un torneo molto nuovo, ovviamente) e dovrebbero essere tutte in una situazione migliore per questo motivo.
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