Come Sono Nati i Grandi Uomini che hanno Costruito il Napoli

Come Sono Nati i Grandi Uomini che hanno Costruito il Napoli

NAPOLI – Era una giornata di estate, un momento di svolta per il Napoli: un attimo prima del ritiro di Dimaro e un attimo dopo l’esplosione della rabbia di un popolo deluso dai dubbi e dalle partenze. Insigne, Ghoulam e Ospina erano già nel passato, Koulibaly sarebbe diventato parte del passato due settimane più tardi e con Mertens erano volati solo scontri via mail. Il caos: e lui, Cristiano Giuntoli, era al mare. Bagno Teresita, Viareggio, il solito: il telefono che squilla, il direttore sportivo che dice di essere un po’ occupato e l’uomo dei bomboloni alla crema che urla e lo tradisce. «Beh, mi sto rilassando un po’».

Nel pieno della rivoluzione? «C’è una calma, siamo così sereni: non faccio nulla, credetemi. La squadra è a posto così». La confusione, in effetti, era soltanto apparente: il Napoli aveva riscattato Anguissa, preso ufficialmente Kvaratskhelia e ufficiosamente Kim e Ostigard, aveva bloccato Simeone e navigava sott’acqua per Raspadori e Navas. Il metodo-Giuntoli è una sinfonia di anticipo, programmazione, filmati, migliaia di telefonate, il fiuto innato, e il depistaggio, le bugie: tante, troppe. Una vecchia scuola di gestione che ha portato al Napoli una rivoluzione calcistica.

L’attesa

E allora, l’architetto dello scudetto. Che poi, se vogliamo, è davvero un architetto mancato: 19 esami alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze prima del calcio. Da direttore dopo aver giocato. E soprattutto da vincente: quattro promozioni con il Carpi in sei anni, dalla D alla A con un budget in B da 2,5 milioni lordi e il Sigillo d’Ateneo all’Università di Urbino, e a seguire il Napoli. La squadra che un inverno fa aveva già costruito nella sua mente: via uno e dentro un altro. Tipo Kvara: c’era lui sul podio dei capolavori insieme con Osimhen e Lobotka. Una storia di genialità: Zaccardo lo suggeriva da tempo, Giuntoli lo voleva da sempre e alla fine l’ha preso al momento giusto. A 11,5 milioni piuttosto che 30. Come dice lui, testualmente: lancio i galleggianti e attendo. Tutto il tempo necessario.

Il metodo

Il ds azzurro è un maestro della programmazione, il vertice di un sistema piramidale: ci sono il vice Giuseppe Pompilio, il responsabile dell’area scouting Maurizio Micheli e i suoi collaboratori Leonardo Mantovani e Nicolò de Cobelli. Tutti bravi davvero. Alla base, i segnalatori: ovunque, Georgia compresa. E gli amici, i rapporti di 40 anni di calcio: dirigenti, agenti, ex giocatori, allenatori. Funziona così: arriva la soffiata, si fa una prima scrematura tecnica e burocratica e se Giuntoli promuove si propone all’allenatore. E infine all’ad e al presidente: visionario e coraggioso tanto quanto il suo uomo sul campo. I cambiamenti non fanno paura con una rete capillare di contatti, il lavoro del gruppo, le partite al video e l’istinto. La competenza, il guizzo dell’architetto. Il Napoli, quest’anno, è lo specchio delle idee del suo direttore così come lo è di Spalletti in campo. Una squadra meravigliosa e con i conti in ordine: il monte ingaggi è stato abbattuto del 35%. Un’enormità che ha portato al Napoli una marcia trionfale verso lo scudetto e un’esperienza in Champions già straordinaria e quasi storica (lo sarà dopo la qualificazione ai quarti). Un modello da studiare: il mercato delle idee e del fairplay sposato da De Laurentiis che batte quello dei fantamilioni. Un modello che Giuntoli insegna da 7 anni a Coverciano. Bugie comprese.

Il Napoli si è trasformato in una macchina da scudetto, una squadra che ha saputo unire la bellezza del calcio con la competenza di una gestione intelligente. Un’architettura di successo che ha portato alla squadra una rivoluzione calcistica e che ha dimostrato che anche con un budget limitato si può raggiungere l’eccellenza. Acquista ora il tuo biglietto! Vivi la partita direttamente allo stadio e scopri di persona il miracolo di Cristiano Giuntoli.



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Redazione di JustCalcio.com, 2023-03-01 15:00:27.