Conceicao, non solo carattere: il 4-4-2 in stile Porto e il ribaltone con la Juve che può cambiare il suo Milan|Primapagina
2025-01-04 17:45:00 Fa notizia quanto riportato poco fa da Calciomercato.com:
Quando le cose non vanno, bisogna aggrapparsi alle certezze. Chi parla di Sergio Conceicao narrandone esclusivamente le doti da tecnico condottiero e guerriero, esclusivamente carattere e garra charrua senza altre peculiarità, non ha pienamente afferrato le caratteristiche dell’ex allenatore del Porto: l’exemplum arriva subito alla prima panchina rossonera e cambia la semifinale di Supercoppa, vinta nel secondo tempo contro la Juventus grazie all’intuizione tattica del tecnico portoghese, bravo a ricorrere ai dettami che maggiormente gli si addicono e su cui si poggia la sua conoscenza, nel momento del bisogno, dopo un primo tempo horror dominato dai bianconeri.
Una rivoluzione in corso d’opera, che ha portato il Milan a ribaltare il risultato e trovare la vittoria partendo da una situazione di svantaggio, non a caso per la prima volta in stagione, come non era mai avvenuto con Paulo Fonseca: urla, incitamento e carattere, certo, tanto che i rossoneri si sono presentati alla ripresa in ritardo rispetto agli avversari, come testimonia la multa arrivata al club da parte della Lega, e con un’altra testa, ma anche una modifica tattica importante in mezzo al campo, che ha cambiato le sorti della partita. L‘uscita di Ismael Bennacer, palesemente in ritardo di condizione, e l’ingresso di Yunus Musah, che si rivelerà uno dei migliori in campo e propizierà l’autogol di Gatti, prima di quello di Tammy Abraham per l’infortunato Alex Jimenez.
Un cambio di uomini, ma anche di modulo, col passaggio dal 4-3-3, che non aveva dato né sussulti né copertura, a un più consono e conosciuto 4-4-2, in pieno stile Porto: Sergio Conceicao in Champions League pareggiò 1-1 a San Siro e vinse in Portogallo contro i rossoneri, prima di mettere in seria difficoltà l’Inter di Simone Inzaghi, poi finalista contro il Manchester City, con questa disposizione tattica ibrida, coperta ma spesso inafferrabile. Quattro uomini a metà campo, con una fascia pura e dribblomane come Luis Diaz e un equilibratore come Eustaquio dall’altra parte, una vera prima punta come Taremi e un guastatore come Pepé, che guarda caso è diventato uno degli obiettivi di mercato del Milan dopo il suo arrivo. Più o meno quanto fatto ieri sera, con Pulisic, Musah, Morata e Abraham.
Non solo carattere, ma la capacità di determinare e cambiare una partita con le mosse dalla panchina: il ribaltone contro la Juventus può, oltre che valere una finale di Supercoppa insperata per come stava andando la partita, dettare la via per l’avventura rossonera del tecnico di Coimbra, cambiandone le fattezze e illustrando nuovi percorsi da intraprendere in campo. La partita contro l’Inter darà ulteriori indicazioni sulle modalità in cui Conceicao intende plasmare il suo Milan.