Dalla squadra di hockey all’Italia di Mancini: la storia di Retegui

Dalla squadra di hockey all’Italia di Mancini: la storia di Retegui

Una storia da film quella del giovane attaccante Mateo Retegui, l’ultimo gioiello del calcio argentino che ha deciso di tornare sul rettangolo verde dopo aver abbandonato il River Plate per dedicarsi all’hockey su prato con la Polisportiva San Fernando. Ma l’amore per il calcio è rimasto vivo in lui e così in pochissimo tempo ha dimostrato il suo valore, segnando ben 25 gol in Superliga negli ultimi nove mesi con l’Atletico Tigre, club di Victoria, a due ore di treno dalla frenetica Buenos Aires. Una vera e propria invenzione del grande Roberto Mancini, che ha deciso di pre-convocarlo per le sfide contro Inghilterra e Malta, in programma il 23 e il 26 marzo, per le qualificazioni all’Europeo del 2024.

Mateo Retegui non è solo un attaccante, è un vero fenomeno: potenza, velocità, agilità e un metro e 86 in altezza lo rendono uno dei centravanti più completi del panorama argentino. Si è fatto notare soprattutto grazie ai suoi 19 gol, sei dei quali su rigore, durante lo scorso campionato, anche se il titolo è stato vinto in rimonta dal Boca Juniors. Nonostante questo, Retegui ha dimostrato di avere un grande spirito di squadra e di essere un giocatore concreto e decisivo, come dimostrano le sei reti realizzate nelle prime sei giornate della Superliga 2023, tra cui quelle contro l’Estudiantes, il Rosario Central, il Racing di Avellaneda e il Belgrano.

Il ct Lionel Scaloni aveva già pensato di chiamarlo per le prossime due amichevoli dell’Argentina contro Panama e Curaçao, ma Roberto Mancini lo ha anticipato, decidendo di fargli fare il suo debutto proprio nelle maglie azzurre. Le origini italiane di Retegui gli hanno permesso di ottenere il doppio passaporto, grazie alle radici di sua mamma, María De la Paz Grandoli, che aveva un nonno arrivato in Argentina dalla Sicilia: Angelo Dimarco, un emigrato originario della provincia di Agrigento.

Ma non è solo una questione di talento sul campo: Retegui ha una storia curiosa e affascinante. Abbandonato il calcio a 15 anni, ha deciso di dedicarsi all’hockey su prato, ma l’amore per il calcio è rimasto vivo in lui. Viveva nella foresteria del River Plate e sentiva la mancanza degli amici e della sua città natale, San Fernando. Il destino, però, lo ha riportato nel mondo del calcio grazie a un osservatore del Boca Juniors, Diego Mazzilli, che lo ha scoperto durante un torneo amatoriale sulla spiaggia di Pinamar nell’estate del 2018.

Da quel momento, la sua carriera è stata in continua ascesa: il Tigre lo ha preso in prestito all’inizio del 2022 dal Boca Juniors, che lo aveva convinto a tornare a giocare. Il Tigre è stata la squadra giusta per Retegui, che ha trovato l’ambiente ideale per esprimere al massimo il suo talento. La sua maglia numero 32 è la più venduta nello store dello stadio José Dellagiovanna, “el Coliseo”. I tifosi dell’Atletico Tigre lo considerano l’erede di Batistuta e il presidente della squadra, Ezequiel Melaraña, lo ha scelto dopo che Retegui si era fatto notare in prestito nel Talleres di Alexander Medina e nell’Estudiantes di Juan Sebastian Veron e Gabriel Milito.

Arzilla e combattiva, la sorella di Retegui, Micaela, ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo con la nazionale argentina di hockey su prato. Una vera tradizione di famiglia, visto che il padre di Mateo, Carlos José, è stato un ex campione di hockey su prato, soprannominato “el Chapa”, che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro da commissario tecnico dell’Argentina maschile.

Ora il calcio italiano sogna Retegui, che ha già attirato le attenzioni del Napoli e del Milan. Chiunque si aggiudicherà il giovane attaccante argentino, si può considerare già a metà dell’opera per vincere il prossimo campionato. Una stella in ascesa, un vero talento del calcio che sembra non conoscere confini.



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Redazione di JustCalcio.com, 2023-03-10 20:39:49.