Dopo le ultime uscite, il Verona è giunto al fatidico “punto di non ritorno”. Un dentro fuori, nel quali si gioca l’intera stagione e di conseguenza la permanenza nella massima serie. Chiaramente sulla carta, qualsiasi sia il risultato, i giochi non si chiuderanno, ma se la matematica dice una cosa, la realtà dei fatti ne dice un’altra. Il Verona si trova ora a cinque punti dallo Spezia, dopo la clamorosa vittoria dei liguri contro l’Inter ed il pareggio in casa dei gialloblù contro il Monza. Guardando il calendario lo Spezia, entro la fine del campionato, avrà cinque sfide difficili e lo stesso vale per il Verona. Una situazione di stallo che potrebbe fare il buon gioco degli spezini, data appunta la distanza “di sicurezza” che li separa dalla zona retrocessione.
Per quanto riguarda il futuro della squadra di Zaffaroni, tutto passerà per un’altra città ligure: Genova. La sampdoria, ultima in classifica, sarà la prossima sfidante e non si possono commettere errori fatali. La posta in gioco è la riapertura dei giochi per la salvezza, anche se la matematica, come dicevamo, non implicherà nulla qualora ci sia una sconfitta. Perché è sarà la partita più importante? Spieghiamolo subito.
Innanzitutto per la classifica. Lo Spezia incontra una Salernitana che ha tenuto testa al Milan e non sarà quindi facile superarla. In caso di vittoria, l’Hellas potrà recuperare tre punti d’oro, portandosi a -1 dai diretti avversari, tenendoli sotto scacco e con i nervi ben tesi. Solo in questo modo si potrà giocare anche sul fattore psicologico, perché ricordiamolo, quando si sta davanti si ha sempre più paura di chi c’è dietro e i passi falsi possono essere dietro l’angolo. La seconda questione riguarda gli equilibri psico-fisici interni ai gialloblù. C’è tanta, troppa necessità di vittoria. I ragazzi in campo stanno accusando stanchezza, questo è sotto gli occhi di tutti, e quando le forze cominciano a mancare, anche la metà sembra praticamente irraggiungibile. Così facendo, il rischio è di un abbandono delle speranze che parte principalmente dalla testa. Qual è quindi il miglior “carburante” per risanare tale situazione? L’euforia di una vittoria che riaccenderebbe tutte le suddette speranze. Solo trovando il gol e la gioia di vincere, tutta la squadra potrà avvalersi di energie aggiuntive in vista del rush finale. Al contrario, come detto, si sprofonderebbe ancor di più nell’insicurezza e nella rinuncia.