“Heysel, Juve costretta a giocare: la storia del rifiuto di Boniperti”

“Heysel, Juve costretta a giocare: la storia del rifiuto di Boniperti”

Il pallone rotola e il cuore dei tifosi si accende, ma quando si tratta di parlare di calcio con un grande personaggio come Francesco Merloni, imprenditore e politico italiano, l’emozione diventa esplosiva. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex sponsor della Juventus, oggi novantasettenne, ha fatto una serie di rivelazioni sul suo passato da imprenditore, politico e appassionato tifoso bianconero.

L’industria Ariston, fondata dal padre Aristide, fu perspicace a esportare i suoi prodotti in tutto il mondo, diventando uno dei primi ad aprire le porte della Cina. Ma il successo commerciale non era l’unica passione della famiglia Merloni: la Juventus era infatti l’altra grande fiamma che ardeva nei loro cuori. Fu così che Ariston divenne il primo sponsor a comparire sulla maglia della Juventus nella stagione 1981-82, portando avanti questo sodalizio fino alla stagione 1988-89. A proposito di questo accordo, Merloni ha spiegato: “Una congiuntura favorevole. Vittorio, mio fratello, era presidente di Confindustria: ce l’aveva messo Gianni Agnelli, che voleva liberarsi dei corteggiatori locali. Io, invece, ero amico di Umberto: facevamo le riunioni con Montezemolo nel mio ufficio. Andavo a vedere le partite.”

Ma non solo cronaca sportiva. Merloni ha anche toccato un tema delicato, quello dell’Heysel, la tragedia avvenuta il 29 maggio 1985 poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool. L’imprenditore era presente allo stadio quel giorno e ha rivelato i retroscena che hanno accompagnato le ore più drammatiche della vicenda: “Poi ci fu l’Heysel. Ero lì, arrivai allo stadio con il pullman della squadra assieme a Boniperti. Dalla tribuna ho visto tutto. Mi precipitai negli spogliatoi, c’era anche De Michelis. Boniperti non voleva giocare, fui io a fargli da interprete in francese con la polizia belga. Ci dissero: “È stato mobilitato l’esercito, ma arriva tra due ore; se non giochiamo ci saranno migliaia di morti”. Fu terribile, non andai più allo stadio.” La testimonianza di Merloni è preziosa per far luce sulla vicenda e smentire le bugie che circolavano sulla responsabilità della Juventus in quell’occasione.

In definitiva, le dichiarazioni di Francesco Merloni sono un autentico scrigno di aneddoti e passioni, che restituiscono l’immagine di un uomo capace di coniugare con armonia l’attitudine all’imprenditoria e l’amore per lo sport, in particolare per la Juventus. Il calcio è passione, è vita, è storia, ed è bello sapere che anche chi ha scritto pagine importanti del nostro paese ne fosse contagiato.



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Redazione di JustCalcio.com, 2023-03-11 16:18:00.