Inter, la svolta comunicativa di Inzaghi: da capopopolo e contro i “nemici”, sta convincendo anche i più critici | Primapagina

2025-03-18 08:00:00 Fermi tutti!
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L’Inter uscita vittoriosa dalla trasferta del Gewiss Stadium di Bergamo contro l’Atalanta si è concessa una sosta per le nazionali in grande tranquillità. La classifica in Serie A sorride, con il primo posto a +3 sul Napoli e a +6 proprio sulla formazione bergamasca, e Simone Inzaghi può giustamente sottolineare come i suoi nerazzurri siano gli unici in Italia ad essere ancora in corsa su tutti i fronti. La svolta dopo un inizio di 2025 non semplice è arrivata tanto in campo quanto fuori e a colpire è stato, soprattutto, il cambiamento messo in atto proprio dall’allenatore interista a livello comunicativo.
GLI ATTACCHI DALL’ESTERNO – Da gennaio ad oggi, complice anche una maggior esposizione mediatica a cui si è concesso rispetto a periodi simili del recente passato, Inzaghi ha potuto prendere parola e soprattutto iniziare a rispondere punto su punto, diversamente rispetto a quanto aveva abituato a tutte le critiche che i nerazzurri hanno ricevuto. A chiedere rispetto, pre-Atalanta, ci aveva pensato anche il Presidente Beppe Marotta: “I nostri risultati sono dati per scontato, ma soprattutto nel momento in cui non c’è il risultato positivo le critiche sono esasperate. Serve più equilibrio”.
TRASFORMAZIONE – Inzaghi si è trasformato, ha abbandonato l’abito di colui che si fa scivolare tutto addosso, dell’allenatore che celebra il proprio lavoro lasciando perdere le critiche, e ha iniziato a vestire i panni di chi non lascia più passare nulla. Legge tanto, ascolta tutto e se c’è qualcosa che ritiene sbagliato lo sottolinea.
“SI PARLA TANTO” – Lo ha fatto rispondendo a distanza ad Antonio Conte a gennaio sugli errori arbitrali e puntualizzando gli episodi sfavorevoli subiti. Lo ha fatto dopo le eliminazioni in Champions delle rivali storiche sottolineando come la sua squadra sia l’unica italiana in corsa su tutti i fronti. E lo ha fatto anche post-Atalanta quando, dopo una settimana di dibattisi sui possibili “zero titoli” a fine stagione, ha rimarcato come “si sta parlando tanto che l’Inter non potrebbe vincere nulla. Sappiamo cosa stiamo facendo. Sentiamo dibattiti e trasmissioni: è lo sport. quando si vedono prestazioni del genere si vede che la squadra ce l’ha nelle corse. Abbiamo fatto grandi gare, ma in settimana si leggeva altro…”.
PIU’ CAPOPOPOLO – In passato, in un’annata conclusasi con la vittoria del Triplete, che può ripetersi anche quest’anno come evidenziato dalle Scommesse vincente Triplete, le quote sull’Inter e le favorite, c’è chi al suo posto parlò senza mezzi termini di “rumore dei nemici” e “prostituzione intellettuale”. Sia chiaro la svolta comunicativa di Inzaghi non lo porta sullo stesso piano provocatorio di José Mourinho, ma lo eleva comunque a un ruolo di “capo popolo” che per i tifosi nerazzurri è da sempre ritenuto come valore aggiunto. Un leader educato, che però difende con forza il suo lavoro, la sua squadra e soprattutto l’Inter. E così, lentamente, sta riuscendo a portare dalla sua parte anche i più critici che faticavano a vederlo come un allenatore “da Inter”.