Zlatan Ibrahimovic non è un viola che si rimpicciolisce; lontano da esso. E, in vero stile Zlatan, ha ora rivelato la sua risposta a un leggendario ex allenatore della Premier League 25 anni fa.
All’età di 17 anni, l’allenatore dell’Arsenal Arsene Wenger ha invitato lo svedese ad allenarsi con la squadra della Premier League per dimostrare perché avrebbero dovuto ingaggiarlo. Sempre ai margini della prima squadra del Malmö, molti giocatori avrebbero colto al volo l’opportunità di allenarsi al fianco di giocatori del calibro di Thierry Henry, Dennis Bergkamp e Patrick Vieira.
Non Zlatan. Continuando a parlare Piers Morgan: senza censure, Ibrahimovic spiega la sua decisione di respingere i processi con l’Arsenal quando aveva ancora solo 17 anni.
“Wenger mi ha invitato ma non sono andato all’Arsenal. Non faccio provini”, ha detto Ibrahimovic. Quando è stato insistito su quel commento, però, la sua incrollabile fiducia in se stesso si è presentata.
“No no, non capisci… non faccio prove. Sono il migliore, fanculo il resto.”
Non è però la prima volta che lo svedese menziona il rifiuto dell’Arsenal. In precedenza, ha parlato delle sue ambizioni di giovane calciatore e che la mancanza di fiducia di Wenger nell’ingaggiarlo immediatamente semplicemente non si adattava ai suoi piani di carriera.
“Sono andato a Londra per un appuntamento con Wenger, che mi ha chiesto di fare un provino per i Gunners”, ha detto Ibrahimovic Sky Sport Italia. “Gli ho detto ‘non farò un processo: o mi prendi o no, non sono qui per perdere tempo’.
“Avevo già quel tipo di fiducia [in myself], perché nella mia mente ero il più forte di tutti anche da giovane. Ho incontrato Wenger perché mi aspettavo che mi dicesse di iniziare subito con loro. Ma Ibra non prova.
“Quando ero giovane, nella mia mente nessuno era migliore di me. Guardavo Ronaldo, Romario e [Roberto] Baggio in tv e io avevamo un obiettivo: volevo dimostrare di essere il migliore”.
Invece di firmare per l’Arsenal, il 42enne si è guadagnato il passaggio all’Ajax nel 2001 dopo aver impressionato da adolescente al Malmö. La sua decisione, alla fine, non si è rivelata poi così male.
Dopotutto, ha vinto innumerevoli campionati in quattro diversi paesi europei, numerosi riconoscimenti nazionali e una miriade di riconoscimenti individuali anche durante il suo periodo da professionista.
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