Milan, non serve alcuna rivoluzione: con Allegri o Conte, Theo Hernandez e Leao possono tornare grandi | Primapagina

Milan, non serve alcuna rivoluzione: con Allegri o Conte, Theo Hernandez e Leao possono tornare grandi | Primapagina

2025-03-15 09:55:00 Arrivano conferme:

Rivoluzione. Una parola che va sempre di moda nel mondo del calcio, dove il tempo per attendere i risultati non esiste e dove un altro termine molto utilizzato – progetto – sembra conciliarsi pochissimo, soprattutto in Italia, con la voglia di trofei che per qualsiasi tifoso è inesauribile e impossibile da appagare. Un progetto si definisce buono solamente se porta a traguardi nel brevissimo periodo, altrimenti si fa in fretta a buttare tutto a mare e rivedere giudizi netti e precisi fatti solamente pochi mesi prima. In particolare nelle grande piazze la pazienza non esiste, perché le aspettative sono legittimamente alte, e squadre come Juventus e Milan ne sanno qualcosa, per esempio. Ad assecondare “la voglia di sangue” delle rispettive piazze, sarebbe tutto da cambiare in vista di luglio, non risparmiando proprio nessuno. Una rivoluzione, per l’appunto.
ALLEGRI, CONTE, FABREGAS O DE ZERBI: CHI E’ L’ALLENATORE GIUSTO?

Eppure, entrando nello specifico nel delicato momento rossonero – acuito da una situazione di gestione interna alla società nella quale i conflitti sono all’ordine del giorno – la mia sensazione è che la prossima estate cambierà molto meno di quanto oggi non ci si immagini. Abbiamo compreso dalle cronache degli ultimi giorni che il testa a testa tra Giorgio Furlani e Zlatan Ibrahimovic per la paternità delle prossime scelte operative in seno al club resteranno nelle mani dell’attuale amministratore delegato e che la catena di comando potrebbe essere snellita e resa più lineare rispetto a quanto non sia accaduto fino ad oggi. Dentro un direttore sportivo, possibilmente italiano o comunque grande conoscitore della Serie A – vedremo poi con quali libertà di manovra – forse anche una figura di raccordo tra squadra e società (Head of Football) e poi un allenatore, che a sua volta dovrà essere un profondo conoscitore delle cose di casa nostra per procedere ad un ambientamento più facile e morbido di quanto non lo sia stato quello di Fonseca prima e Conceiçao poi.
PARATICI IN POLE PER DIVENTARE IL NUOVO DS

Ma la grande domanda dei tifosi del Milan oggi è: quanto cambierà l’attuale rosa? Quanti degli attuali giocatori se ne andranno e quanti nuovi acquisti è lecito aspettarsi col cambio della guardia in panchina? Certezze è impossibile averne, ma l’impressione è che qui gli scossoni saranno pochi, forse pochissimi. E per un motivo preciso. Gli indizi disseminati dal club rossonero sul profilo di allenatore che si va cercando lasciano intravedere la volontà di intervenire in maniera chirurgica su una rosa che, per quanto assemblata in modo difficoltoso, è giudicata forte dal punto di vista tecnico. E che, anche per la probabilissima assenza di risorse preziose dalla mancata partecipazione alla Champions League della prossima stagione, la parola d’ordine in casa Milan sarà soprattutto rilancio. Rilancio di giocatori arrivati da poco e che non hanno reso secondo le previsioni e rilancio di chi c’è da un po’ di più ma è incappato in un’annata tremendamente sottotono.
MA IL RINNOVO DI THEO E’ IN ALTO MARE


Siamo così sicuri infatti che gente come Maignan, Theo Hernandez o Leao – per non citare altri illustri protagonisti delle ultime tre-quattro stagioni – siano tutti destinati ad essere messi alla porta? Certo, il Milan confida di sacrificare qualche pedina sul mercato per fare cassa, ma il campionato e la Champions League orribili disputati dai giocatori più rappresentativi non facilitano le uscite a cifre così importanti da legittimare rinunce tanto pesanti. Che si tratti di Allegri, Conte o di mister X, la prima missione del prossimo allenatore del Milan sarà rivalutare un parco giocatori che, soprattutto a livello di capacità di fare squadra in campo e fuori, ha perso tantissimo dopo lo Scudetto del 2022. Niente rivoluzioni dunque, per ora. E probabilmente è giusto così.
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