L’uno-due che non perdona e regala al Milan e ai milanisti una domenica di buon umore e di speranza. Jovic più Pulisic, venti giorni dopo Dimarco-Calhanoglu. Stesso teatro, San Siro; stesso avversario, il Frosinone. A Di Francesco i complimenti, a Pioli i 3 punti come l’altra volta se li era presi Inzaghi. Il primo gol poco prima dell’intervallo, il secondo poco dopo. Finisce 3-1, con Tomori e l’ex rossonero Brescianini a chiudere serata e tabellino.
L’uno-due che per una notte riporta il Milan a meno 4 dalla vetta. Senza coppe, come ampiamente probabile, Pioli avrà tutto il tempo per cercare un’altra volta la rimonta. Il Milan è squadra forte, più forte di quanto dicano il suo rendimento europeo, i 5 derby persi in fila, i colpi a vuoto battuti qua e là durante questa prima fase di stagione e una classifica oggi negativa (ma solo 1 punto in meno rispetto all’anno scorso, 3 a quello dello scudetto).
Importante sarà recuperare qualche infortunato. Fondamentale sarebbe fermare l’ecatombe di feriti. Bennacer s’è già riaffacciato in squadra e prima della Coppa d’Africa di gennaio farà in tempo a dare una mano in mezzo al campo. Se a Bergamo, sabato prossimo, tornasse anche Leao, sarebbe un altro passo importante. Poi a gennaio dovrà pensarci la proprietà, facendo quello che avrebbe dovuto già fare in estate: un difensore e un attaccante, ché tanto se vogliono i soldi, se vogliono li hanno.
San Siro non porta proprio bene a Di Francesco. Come contro l’Inter nemmeno un mese fa, il Frosinone gioca in modo non solo coraggioso, a tratti il suo calcio è anche bello e avvolgente, eppure anche stavolta torna a casa a mani vuote. Sbaglia un gol clamoroso con Cuni, che scippa palla a Tomori e poi tenta un improbabile scavino su Maignan che se li mangia tutti e due, Cuni e lo Scavino, e nell’azione successiva, ormai a un passo dall’intervallo, va sotto per due errori consecutivi del suo capitano Romagnoli, la chioccia del gruppo (33 anni), unico con Bourabia (32) a essere nato prima del 2001 fra gli 11 di partenza. Poco brillante Soulé, il più atteso di tutti. Capita anche a quelli bravi.
Romagnoli prima perde palla in uscita, quindi dopo che Loftus-Cheek l’ha data (male) a Chukwueze, rinvia troppo corto con la testa, innescando il sinistro in acrobazia di Jovic. È il gol che sblocca la partita e strappa il Milan dall’incubo, che già cominciava ad avvolgere San Siro. Il raddoppio di Pulisic nasce dal rinvio lungo di Maignan: assurdo prendere un gol così in Serie A, anche per un manipolo di ragazzi. Polli più che ingenui, ma restano la furbizia di Maignan (al terzo assist in Serie A) e la bravura di Pulisic: il suo scavino è un capolavoro.
Non male Jovic, finalmente. Prima anche il lancio-assist per la corsa di Musah che centra il palo (ma in fuorigioco), dopo il pallone di testa per il gol di Tomori, terzo del Milan, il sigillo alla serata di festa rossonera. E quando Camarda entra per la seconda volta in campo, Jovic per la prima assapora il gusto forte dell’applauso di San Siro. Il finalissimo potrebbe essere proprio del baby attaccante, che ha il pallone quasi giusto in contropiede, ma Okoli è più veloce e fisicamente la sua custodia e glielo ruba. Camarda-gol sarebbe stata l’apoteosi, ma per stavolta il Milan può accontentarsi.
@GianniVisnadi