Milan, Torriani raccontato dalla sorella a CM: “Selfie, autografi e nottate davanti alla tv. Sembra tutto assurdo”|Primapagina
2024-09-02 12:12:00 Tiene banco in queste ore quanto riporta CM.com:
Quando parla di suo fratello Chiara Torriani si emoziona talmente tanto che quasi le trema la voce: “Lollo in prima squadra al Milan… mi sembra tutto assurdo!”. Lollo – Lorenzo – è il portiere rossonero classe 2005 che dopo un gran precampionato da protagonista è diventato il terzo di Fonseca dietro a Maignan e Sportiello. Occhi a cuoricino e cuore che batte ancora a mille, Chiara è fiera di suo fratello: “Sì, sono molto orgogliosa di lui” ci racconta nella nostra intervista. In mezz’ora ha ripercorso gli ultimi mesi incredibili di casa Torriani: “Io lavoro in ospedale e sono appassionata di nuoto, ma da quando la carriera di Lorenzo è decollata per forza di cose ho iniziato a seguire anche il calcio”.
Lorenzo è alto quasi due metri.
“Io sono più grande di sette anni ma la metà di lui, quando andiamo in giro sembro la più piccola; e se ci abbracciamo facciamo ridere, perché gli arrivo al bacino e lui mi stringe la testa. Alto e magro, ha preso la costituzione di nostra madre. Anche se in realtà il boom ce l’ha avuto negli ultimi tre anni, arrivando appunto a quasi due metri”.
Come si è avvicinato al calcio?
“Da piccolo i miei genitori gli hanno fatto fare nuoto per seguire il mio percorso, la svolta è arrivata grazie a un amico che giocava nel Cologno: erano rimasti senza portiere, così vista l’altezza di Lorenzo gli chiese se voleva andare a giocare da loro in porta. Aveva sei anni, è stato l’inizio di tutto. Nonostante ogni tanto si distraesse a osservare gli aerei che passavano, c’era chi aveva già visto qualcosa di speciale in mio fratello”.
Da sorella maggiore hai paura delle critiche che possono arrivare a Lorenzo?
“Il mio compito è sempre stato quello di fargli avere al suo fianco una figura con la quale poter parlare di tutto, per questo tendo anche a proteggerlo ed effettivamente quello è uno degli aspetti che mi spaventa per il suo futuro. Dopo la tournée americana sono andata a leggere tutti i commenti sui social per vedere cosa scriveva la gente. Però so che purtroppo ne mondo del calcio succede anche questo”.
Qual è l’altro?
“La paura che possa essere risucchiato vivendo in un contesto quasi più grande di lui. Premetto che Lorenzo non è il tipo di ragazzo che si monta la testa, è sempre stato con i piedi per terra; ma ora sta vivendo una realtà talmente grande che non vorrei venisse influenzato da fattori esterni”.
Che rapporto avete?
“Stretto, strettissimo. Oggi che siamo più grandi si è rafforzato ancora di più diventando quasi un’amicizia”.
Cosa ti hanno scritto amici e parenti dopo aver visto Lorenzo in porta nel Milan?
“I miei amici sono più emozionati di me che non riesco ancora a realizzare cos’è successo. Tra l’altro tutti tifosi milanisti, alcuni di loro sono rimasti svegli di notte per vederlo nelle amichevoli contro City, Real e Barcellona”.
Non sarà stato facile rimanere svegli di notte per vederlo giocare.
“Considerando che dovevo svegliarmi tutte le mattine alle 6 per andare a lavoro, mi mettevo a letto presto e poi puntavo la sveglia per la partita. Al fischio finale provavo a rimettermi giù prima di uscire, ma l’adrenalina era talmente tanta che non dormivo più”.
A casa avete qualche rito scaramantico prima delle sue partite?
“Certo, io e mia mamma ci teniamo molto: se la partita precedente è andata bene ci rimettiamo nelle stesse posizioni. Ma l’apice l’abbiamo raggiunto durante un torneo di Pulcini in Olanda”.
Raccontaci.
“Io ho sempre seguito mio fratello in giro per l’Europa insieme ai miei, quel giorno Lorenzo era in porta e il primo tempo era andato bene; nella ripresa stavano perdendo, così mia madre andò a cambiarsi la maglietta per rimettersi quella che aveva nel primo tempo. E alla fine vinsero”.
Che effetto fa sentire Ibra nominare tuo fratello?
“Stranissimo… Ma la cosa surreale è che ormai per strada lo riconoscono tutti. Giorni fa eravamo al supermercato e c’era chi lo fermava per chiedergli foto e autografi: lui rideva, io ero bordeaux perché mi vergognavo da morire. Siamo tutti e due un po’ timidi, anche se Lollo ora si sta abituando a vivere sotto i riflettori. A me fa effetto anche che fuori da Milanello i tifosi urlino il nome Torriani”.
Sui social hai pubblicato una foto con la prima panchina di Lorenzo a San Siro (Milan-Genoa, maggio dell’anno scorso): che emozione è stata? “Sono scesa in campo nel riscaldamento e mi sono messa a piangere dall’emozione. Anche lui chiaramente era un po’ emozionato, ma quello che provava lui si raddoppiava dentro di me. Avevo il cuore pieno d’orgoglio, soprattutto ripensando a tutti i sacrifici che ha fatto per stare lì”.
Di che tipo?
“Un’adolescenza vissuta diversamente dai suoi coetanei: per fare il calciatore ha rinunciato a feste, week end con gli amici, serate…”.
La prima partita di Lorenzo in America è stata quella con il Manchester City, cosa vi siete detti prima?
“Abbiamo un nostro rituale, mio e suo. E ha sempre funzionato: io gli scrivo ‘Oh mi raccomando i 5 gol‘ quasi a prenderlo in giro sul fatto che prenda cinque reti. Così l’ho fatto anche per la gara col City. Lorenzo doveva giocare solo un tempo e quando Fonseca ha deciso di fargli fare tutti i 90 minuti gli è salito un mix di ansia ed emozione, ma appena è sceso in campo è tornato lucido e concentrato”.
Come nasce il rito dei cinque gol?
“Mi pare sia nato prima di un derby, io per scherzare gli avevo detto di prendere cinque gol dall’Inter. Quel giorno andò bene e da lì abbiamo continuato a usarlo”.
Quali sono le sue sensazioni dopo un’estate da protagonista?
“Lui è molto tranquillo, si sta vivendo questo momento con grande serenità e umiltà. Allo stesso tempo però non sente l’ansia ed è consapevole delle sue qualità”.
Cosa ti racconta dello spogliatoio rossonero?
“Non parliamo molto di calcio perché a quello pensa mio padre. Però mi ha raccontato che uno dei giocatori che gli è stato più vicino è Florenzi, lui cerca di proteggere tutti i giovani. Sportiello l’ha preso come suo pupillo, Morata gli fa spesso i complimenti e Maignan viene visto un po’ come il papà di tutti i ragazzi. Devo dire che sono contenta di questo clima, perché essendo uno dei più piccoli avevo paura che venisse snobbato dagli altri giocatori”.
A giugno scorso ha firmato il primo contratto da professionista, come avete festeggiato?
“Siamo andati a cena fuori e a mangiare un gelato tutti insieme, quel giorno Lollo è uscito anche con i suoi amici; facendo questo lavoro riesce a vederli poco, così quando può ne approfitta”.
Gli hai fatto un regalo dopo la promozione in prima squadra?
“Certo, gli ho comprato la camicia con la quale è andato a firmare il primo contratto da professionista”.
@francGuerrieri