Sinceramente sembra un po’ debole dire che il procuratore federale Chiné non fa bene il suo lavoro, o lo fa in modo incompleto, perché ha chiesto che venga rifatto il processo (sportivo) per la Juventus e altre 8 società, ma non per il Napoli (e il Chievo, nel frattempo fallito). La PF ha chiesto e ottenuto le carte di Torino quando l’inchiesta si è chiusa. A Napoli, l’inchiesta è ancora in corso. ADL è stato indagato con altre 3 persone, lo scorso 21 giugno per i presunti illeciti del trasferimento Osimhen. Quando si chiuderà questa indagine penale, Chiné potrà chiedere gli atti, esattamente come ha fatto con l’inchiesta Prisma, le 14 mila pagine che hanno portate da un lato alla richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli & C e dall’altro alla richiesta di un nuovo processo sportivo per le plusvalenze.
Dire che non è giusto che il processo (sportivo) si rifaccia solo per la Juventus (più Samp, Genova, Pisa, Empoli, Pro Vercelli, Novara, Pescara e Parma) e non per il Napoli, è sbagliato perché prematuro. Quando quell’inchiesta si chiuderà, Chiné chiederà i documenti e se anche lì ci sarà un cumulo di informazioni nuove e probanti, state pur certi che anche la vicenda Osimhen verrà ridiscussa. Stupirsi del perché Atalanta e Sassuolo non sono inserite nella richiesta di rifare il processo, significa non sapere che la scorsa primavera i 2 club non sono stati processati. Se e quando sarà, anche loro dovranno rispondere di quanto risulta dalle intercettazioni (e dai trasferimenti che hanno generato plusvalenze senza trasferimento di denaro). Poi, è chiaro, un conto è dover rispondere di un’operazione, un altro doverlo fare per una ventina, con una quarantina di giocatori coinvolti.
Di sicuro, se davvero il 20 gennaio sarà deciso di rifare il processo (sportivo), non è perché ci sia aria di giustizialismo, ma semplicemente di giustizia, stavolta la posta in palio è molto più alta che ad aprile, perché diversi sono gli elementi di prova, raccolti attraverso non già i siti internet, non il nostro fortunatamente, ma con strumenti di cui solo la giustizia ordinaria dispone.
Nel frattempo, il Napoli, o meglio il suo presidente De Laurentiis e il suo collega atalantino Percassi, più Adriano Galliani, in qualità di allora AD del Milan, più l’agente Alessandro Moggi, devono difendersi al tribunale di Napoli dall’accusa di fatture false nel trasferimento di un calciatore, Calaiò. Già ci sono state (a inizio novembre) delle richieste di condanna da parte dell’accusa ( i ps De Simone e Capuano), ma sono cose vecchie, fatti che risalgono al 2013 e 2014 e che presumibilmente finiranno prescritte prima del giudizio finale. Fatti che di sportivamente rilevante non hanno nulla. Quindi, anche qui è inutile fare altra confusione.
@GianniVisnadi
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