Siviglia FC: cattiva educazione

Siviglia FC: cattiva educazione

2024-03-31 10:35:40 Notizia fresca fresca direttamente dai nostri cugini spagnoli. Marca, massima autorità sportiva in quel di Spagna, riporta quanto segue:

A questo punto del film è meglio Non facciamoci sorpresi perché una minoranza di idioti vuole rovinare le cose che ci piacciono nella vita.. O almeno quelli di cui possiamo goderci a volte. Parliamo di calcio, ma ci sono tanti altri ambiti in cui La cattiva educazione è penetrata nelle viscere. Senza anestesia. E senza che nessuno voglia metterlo (e nemmeno adesso)

) rimedio. Il rumore nasconde sempre altre miserie o oltraggi. Una cattiva educazione che non si limita agli stadi di calcio. Vorrei che fosse proprio lì. Dai nostri politici, alle scuole; dalla strada (il Buongiorno è già quotato in Borsa) all’evento più elitario che vogliono ricordare; dalle nostre feste (che Pasqua abbiamo passato a Siviglia), fino alle nostre case.

Una sciocchezza sociale di cui siamo tutti responsabili

(Mi rifiuto di accettare la colpa) e al quale non riusciamo a trovare una soluzione. Vedremo se la sospensione di una partita in Primera RFEF servirà a qualcosa. Mi piacerebbe vedere lo stesso in Prima Divisione.

E non mi riferisco a quanto accaduto a Getafe con Acua e Quique

. Chiunque vada a calcio da un po’ (nel mio caso da più di 30 anni) sa che è incontrollabile che qualcuno si sfoghi sul primo che incontra. Che si tratti dell’arbitro, dell’allenatore rivale o di un giocatore della tua stessa squadra. Una tensione accumulata che si scarica nell’insulto. Sempre. Nascosto nella massa. E sto parlando di generazioni che penso fossero più istruite a casa e meno a loro agio nel raccontarmi tutto ora che prendo a calci se me lo neghi. A tutto questo,

Penso ancora che Vinicius sia il paladino del movimento contro il razzismo

. Mi piacciono le persone impegnate, ma che danno l’esempio. È ingiustificabile che lo vogliano denigrare per il colore della sua pelle, come è altrettanto ingiustificabile che trascorra le partite attirando l’attenzione con gesti, risate e provocazioni. Per essere diretto,

Se fosse un bianco scandinavo susciterebbe lo stesso risentimento nei tifosi rivali. Non è il colore che incita alla violenza verbale contro di lui, ma il suo atteggiamento

. L’istruzione deve essere bidirezionale. E i professionisti di tutti i settori, soprattutto quelli considerati gli idoli dei giovani, devono dare l’esempio. Voglio fermarmi qui a Quique. L’allenatore del Siviglia. E nel dolore vero che ha provato nella sua apparizione pubblica dopo la partita contro il Getafe e nel sentire la parola “zingaro” dagli spalti. In questo Paese da tempo facciamo orecchie da mercante a questo tentativo di insulto o disprezzo. Lo abbiamo, come posso dire, accettato. Senza ulteriori indugi. In effetti, ricordo pochi campi fuori Siviglia dove sono andato a seguire una partita della squadra Nervin in cui non ho sentito che

“Sivigliani, tossici e zingari”

. I tifosi del Siviglia hanno addirittura ripreso quell’insulto e lo prendono quasi come un grido di guerra.

Meccanismi di difesa contro il disprezzo di altre parti del Paese verso quel Sud sempre depauperato e raramente difeso.

, dove credono che viviamo al bancone di un bar o sopra un tablao di flamenco. Le cose di questa Spagna del 2024 ancorate a stereotipi che nemmeno le nuove generazioni riescono a scacciare. Mi è sembrato perfetto l’intervento del tecnico del Siviglia, che ha scusato la maggior parte dei tifosi dell’Azulona (che tante volte è stato suo), definendo “aberrante” il fatto di volerlo insultare per le sue origini. Zingaro o mezzo zingaro (con grande onore), come lui stesso si definiva. Aberrante, imbarazzante, maleducato…

Continueremo a sbattere contro il muro dell’ignoranza e della cattiva educazione senza fornire l’unico rimedio possibile, che è quello di innalzare il nostro livello educativo come Paese. È una guerra persa. IL

. Tralasciando ovviamente questa questione spinosa, torniamo un po’ al calcio di ogni settimana, c

in quel Siviglia dove sembra che Quique sia già superfluo, senza ricordare che ha preso un cadavere alla 18ª giornata e lo ha a 30 anni, sei sopra la retrocessione

. Cioè sta portando avanti il ​​compito che gli è stato affidato. Senza clamori, ma anche senza tante difficoltà quanto quella sensazione di disastro che non evapora dai corpi dei sivillisti. L’allenatore potrebbe benissimo subentrare, ora che ha battuto il Getafe e la tranquillità e l’ottimismo tornano a Nervin, al posto di

presidente di

petalo

prossima Settimana Santa

. Sicuramente firmerebbe volentieri per restare un altro anno in un club in cui è entrato dalla porta sul retro e ora sembra che vogliano cacciarlo per un anno ancora peggiore. Più piccola.

Come quello in cui fu trascinato l’eroe Mendilibar non molto tempo fa

. Perché a quanto pare al Siviglia è tutto un problema di panchina. Né dal club né dallo spogliatoio. Nessun allenatore ne vale la pena. La corda si rompe sempre nel punto più facile.

Progetti di tre mesi. E questi cambiamenti vengono applauditi perché socialmente ci stanchiamo presto di chi perde due partite.

Detronizziamo chi sbaglia due occasioni da rete. Denigriamo chi ha una brutta giornata. Non te ne servono nemmeno due. Cattiva educazione e visione a breve termine come stile di vita. E poi ci mettiamo le mani in testa per le scene viste durante la Settimana Santa e in ogni settimana santa dell’anno.

Che Dio (mai meglio detto a Pasqua) ci porti confessati.

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