TS – da Vlahovic ad Adzic, le scelte tra Lilla e Torino
2024-11-07 10:02:23 Prendiamo con le pinze l’ultima notizia di Tuttosport:
TORINO – Certo, un pizzico di amarezza c’era, ma quel sapore, dovuto semplicemente al risultato, è svanito via in fretta dalla bocca di Thiago Motta. Nel post Lilla il sentimento che pervade l’ambiente bianconero è soprattutto di soddisfazione per una prestazione decisamente più brillante rispetto a quella precedente in Champions, culminata con la sconfitta casalinga contro lo Stoccarda. A Lilla si è vista una Juventus più concentrata, con personalità e padrona del gioco per larghi tratti: era la Juve che Thiago Motta voleva vedere. C’è da migliorare, che è un concetto che l’allenatore italo-brasiliano non utilizza soltanto in conferenza stampa: non si tratta di una frase fatta, bensì di una filosofia, nella quale lui stesso crede “al 200%”, che il tecnico bianconero sta cercando di trasmettere alla squadra, trovando buona ricettività dallo spogliatoio. E martedì sera Motta ci ha tenuto a fare i complimenti ai suoi giocatori per l’approccio alla partita e per aver affrontato una trasferta complicata nella maniera giusta, anche sotto nel punteggio per di più immeritatamente.
Motta: è l’ora delle critiche
Motta si aspetta di vedere qualcosa di simile sabato sera, in un derby di Torino reso ancora più complicato dalla necessità dei granata di tirarsi fuori da un periodo nero caratterizzato da cinque sconfitte nelle ultime sei partite (unica eccezione la vittoria contro il Como). Per Thiago è il primo derby e ci tiene ad affrontare l’impegno con la mentalità che ha sempre chiesto alla squadra: onorare ogni partita, partendo dalla prestazione per arrivare al risultato. E anche attraverso questa chiave di lettura va interpretata la gestione della partita dello Stade Mauroy. A livello social, alcune decisioni prese da Motta sono state criticate, anche duramente, nelle convinzione che le sostituzioni, in particolare quelle di Thuram e Vlahovic, abbiano evitato alla Juventus di completare la rimonta su Jonathan David e compagni. In realtà non si tratta di una lettura sbagliata.
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