Tuttosport – dal lavoro di Agnelli a Chiesa “cane feroce”
2022-11-05 11:56:00 Arrivano conferme da TS:
TORINO – Ambassador della Formula 1, appassionato di calcio, francese di solide radici italiane, ferrarista doc, già pilota generoso e indomito. E il ritratto di Jean Alesi che ha vestito i colori della Ferrari per 5 anni, ha corso 202 GP, ne ha vinto 1 e 32 podi. Non ha intercettato la Rossa in uno dei momenti migliori, ma s’è tolto comunque grandi soddisfazioni. Sotto la tuta rossa, ha “indossato” la maglia bianconera.
Jean, possiamo dire che lei è sempre un grande tifoso della Juventus?
«La mia storia personale e sportiva è strettamente intrecciata con quella bianconera, sono sempre e da sempre un grande tifoso. Il fatto che al J-Museum ci sia una mia tuta, che risale al tempo in cui correvo in Formula 1, mi riempie di orgoglio. Cerco di non perdermi mai le partite della Juve».
Parliamo della partita di domani sera contro l’Inter? Sarà un momento ad altissima tensione emotiva e anche un’occasione ghiotta dal punto di vista della classifica…
«Io ne posso parlare, ma solo da tifoso. E come tifoso non posso che augurarmi una vittoria. Poi la rivalità con l’Inter, sappiamo tutti quanto è forte!».
Per restare in tema motoristico, e ricordare i suoi trascorsi, sarebbe un sorpasso alla Alesi…
«No, sarebbe molto meglio e molto di più. La partita non me la perderò per nessuna ragione al mondo. Ma, ripeto, non posso dare un giudizio imparziale. Sono e resto tifoso. E mi auguro davvero che si vinca. E, parlando di questa sfide e di Juve, voglio dire anche un’altra cosa».
Sì, che cosa?
«Conosco Andrea Agnelli da molti anni, quando io ero in Formula 1 anche lui lavorava nell’ambiente delle corse. Ci frequentiamo da tanto tempo. E nonostante le difficoltà che la Juventus sta attraversando un questo periodo, penso che stia facendo un lavoro eccezionale, che alla fine porterà i frutti che deve portare».
Cosa c’è che non ha funzionato in questi mesi, secondo lei?
«Rispondo solo con tre nomi: Pogba, Chiesa, Di Maria. Non c’è nessuna squadra che possa rinunciare a tre giocatori di questa caratura senza che ne risentano i risultati. E’ praticamente impossibile. Credo che, dal punto di vista degli infortuni, sia stato soprattutto una grande sfortuna».
Dalla Ferrari di Chiesa alla Lamborghini di Lautaro: Juve-Inter supercar
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