Tuttosport – Danilo uno e due, per Andrea Agnelli e per i tifosi: “La Juve sono loro”
2025-01-28 20:17:00 Flash news da TS:
Danilo uno e due. L’ex capitano si è congedato prima con un messaggio social che ha lasciato il segno nel mondo Juve, poi con un’intervista concessa aspettando il volo che l’ha riportato in Brasile. L’una e l’altra presa di posizione hanno confermato quanto alla Continassa siano in atto processi per definire i quali occorrono due neologismi: deagnellizzazione e deallegrizzazione. Ai microfoni di Tmw, Danilo ha detto: “Mi sarebbe piaciuto salutare la gente allo Stadium, andare via in un modo diverso. Porto con me solo bei ricordi di questi cinque anni e mezzo a Torino, mi hanno fatto diventare una persona migliore e un calciatore migliore. Mi sono messo sempre a disposizione, ho fatto sempre il mio lavoro. Una cosa che lo fa capire è il rapporto con la squadra, me lo porterò per sempre dietro. Sulle scelte della società e dell’allenatore io non posso incidere. Partire non è stata una mia decisione. Ma la Juventus sono i tifosi, non sono i calciatori o i dirigenti. Li porterò sempre con me. Che cosa volevo dire sui social? Quello che secondo me tutti hanno capito. La maglia bianconera è stata la più importante della mia carriera, per questo posso dire solo grazie“.
Danilo su Andrea Agnelli
Uno scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, 213 presenze, 9 gol, l’ultima partita in bianconero giocata il 14 dicembre scorso, a Venezia: tuttavia, né il palmarès né il percorso coperto sono sufficienti per definire l’importanza del ruolo che il primo capitano straniero nella storia bianconera, a eccezione degli oriundi Monti e Sivori, ha ricoperto in questi anni di rivoluzione della squadra e della società. Danilo è stato un fedelissimo di Allegri, come lo erano Szczesny e Rabiot, per citare altri due illustri ex. Si aggiunga Vlahovic, separato in casa come lo era stato il difensore dall’inizio di questa stagione. Che nel post diventato subito virale ha significativamente citato il solo Andrea Agnelli, contrapponendolo agli attuali dirigenti: “Quando sono arrivato, ho imparato dai grandi uomini dello spogliatoio e all’interno della Juve sono diventato anch’io un insegnante, il difensore dei nostri valori con le unghie e con i denti. Come se la Juve fosse una parte di me. Ed è forse per rispettarla, avendo lottato tanto per quei valori che non posso più fare parte di questo progetto“. Cioè il progetto di Giuntoli e Motta. L’ultima stoccata lo ribadisce: “È giusto citare una frase che un certo signore di nome Andrea Agnelli disse una volta. ‘La nostra consapevolezza sarà la loro sfida. Essere all’altezza della storia della Juve. Ci riconosceremo ovunque nel mondo. Solo con uno sguardo. Siamo la gente della Juventus“. Siamo, non sono.
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