L’Udinese è tornata. La vittoria contro il Milan – a sei mesi di distanza dall’ultimo successo casalingo – ha sancito la rinascita dei bianconeri. Diavolo annichilito, 3 a 1 netto e stra meritato. Con undici giornate ancora da giocare e una salvezza già in tasca è lecito sognare. Anzi doveroso.
Da qui alla fine tutto può succedere e rincorrere un posto in Conference non è affatto utopia. Pensando alle ultime stagioni, spesso insignificanti se non addirittura sofferenti, trascorse unicamente nella parte destra della classifica, i 38 punti di oggi rappresentano già un traguardo importante, se non insolito.
Vero che ad un inizio di stagione folgorante non è succeduto un inverno altrettanto fragoroso ma l’Udinese è ancora lì, a giocarsela con le grandi del campionato, cosa che non accadeva praticamente da una decade. Bisogna infatti tornare all’era Guidolin per vedere una bianconera così in alto alle porte del rush finale.
Merito di Sottil ( a cui servirà ancora qualche punto per conquistarsi il rinnovo come fatto intendere da Marino) ma anche e soprattutto di una squadra dal talento diffuso.
Facciamo tre nomi. Il Tucu Pereyra è un giocatore di assoluto livello, uno che avrebbe probabilmente meritato di più in carriera per qualità e leadership. Beto, critiche ingenerose a parte, che ha dimostrato ancora una volta di sapere come si fa gol. Se ha la palla buona, nella sua mattonella, il portoghese segna. E poi Samardzic, talento cristallino che pian piano sta finalmente emergendo.
E poi Success, che si è guadagnato sul campo il rinnovo fino al 2025, Silvestri, che avrebbe meritato un chiamata in Nazionale, Udogie, Walace, Becao. Magari anche Pafundi, per il quale sono arrivate parole al miele da parte del ct Mancini. Manca Deulofeu, out dopo l’operazione al ginocchio, che per qualità è secondo a pochi o a nessuno in Serie A. Attendiamo Thauvin, a cui va trovata la giusta collocazione. E’ un campione del mondo e sono sicuro che saprà imporsi. Insomma, è un’Udinese forte, che ha l’obbligo di alzare l’asticella, di provare a sognare in grande. Sarebbe un vero peccato non farlo.
La strigliata del mister dopo il pari con lo Spezia ha fatto davvero bene, ha ridato linfa ad un gruppo che si sentiva appagato troppo presto. Ora la prova del nove a Bologna, dove è prevista l’ennesimo esodo bianconero. Missione continuità, servirà una grande prestazione viste anche le numerose assenze per strappare punti.